Tao tao ovvero Riflessioni socio-linguistiche sulla genitorialità - Fotografa bambini Roma


Questa estate mio figlio ha imparato a salutare. In vacanza in Sicilia, una notte è caduto dal letto, ha battuto la testa e poche ore dopo, al pronto soccorso ha salutato una bambina con la mano. Cosí come se lo avesse sempre fatto!

Non solo è uscito incolume dalla caduta, ma ne ha ricavato una nuova abilità! E queste sono cose che riempiono d'orgoglio il cuore di un genitore. Sono cose che ti fanno battere scompostamente le mani urlando "bravo!" con una vocina acuta ed irreale.

Il tuo bambino cresce e fa progressi e tu regredisci in modo direttamente ed irreversibilmente proporzionale. È abbastanza inevitabile. E la genitorialità è anche questo.



Ma la cosa ha anche dei notevoli risvolti psico-sociologici, se proprio vogliamo sviscerare l'argomento. Tuo figlio se ne va in giro per il mondo salutando chiunque gli capiti a tiro... e tu con lui. Fai ciao ciao con la tua mano-da-adulto in sincrono con la mano-paffuta del tuo pargolo aspettandoti in cambio sorrisi e plausi per il tuo bimbo prodigio.

E ti ritrovi a socializzare con chiunque, dando del tu a tutti senza distinzioni di età o titoli. Fai ciao al vigile al semaforo, alla cassiera del supermarket, alla coppietta sulla panchina e al ragazzino in bicicletta. Saluti il manager con la ventiquattrore, il commercialista, il medico, la donna delle pulizie, il cane sul marciapiede, l'abat jour sul comodino, la tua immagine allo specchio e, presumibilmente, la tua stessa dignità.

Allora provi a guardarti dall'esterno e, alla fine dei conti, non vedi nulla di strano. Poi abbassi gli occhi... sorridi, trattieni il fiato per qualche secondo... rialzi lo sguardo e vedi tuo figlio. Sorride anche lui, ti guarda e scuote la sua mano...




Passano i mesi e lui continua ad agitare la manina come se l'universo fosse un'enorme comunità hippy in cui dare del tu a tutti e vivere in armonia al grido di “love love love”! Solo che quetto bimbo l'inglese ancora non lo sa, parla solo l'italiano ed ha pure un vocabolario alquanto ristretto (ad occhio e croce composto di... due parole)... e insomma lui quando saluta dice qualcosa di molto simile a “tao tao”. E tu non puoi non imitarlo. Dovrebbe essere il contrario, lo so! Dovrebbero essere i bambini ad emulare i genitori ma tant'è.

Saluti dicendo “tao tao” e questo è solo l'inizio! Il tuo linguaggio muterà progressivamente e ad ogni nuova parola che imparerà tuo figlio... tu ne dimenticherai una! E ti ritroverai ad esprimerti in una buffa lingua priva di consonanti vibranti ma ricca di labiali, fatta di onomatopee e strafalcioni grammaticali, in cui le coniugazioni verbali sono un optional e la consecutio temporum è solo uno scioglilingua che ricorda una formula magica.


Siamo genitori e amiamo i nostri figli anche così: rinunciando alla nostra dignità sintattico-grammaticale, vanificando anni e anni di analisi logica e temi sulle vacanze estive, esami di linguistica e semiotica, corsi di scrittura e chi più ne ha più ne metta. Si perde il senno a veder crescere questi piccoletti e, sì, anche la sintassi.

Ma si guadagna davvero tanto, tanto altro.




E allora lo faccio, senza pensarci troppo, sperando che nessuno dei miei prof di italiano leggerà mai queste mie pagine. E mi accomiato da voi aprendo e chiudendo la mia mano destra, le gote rosse e lo sguardo fiero.

E vi dico senza vergogna: tao tao!






Grazie ad Alessia di "ferri e gomitoli" per il cappellino-ghianda, non è un amore?





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Commenti

  1. E poi un giorno ti ritrovi a pensare che non la stai correggendo. Che continui a ripetere con lei "cocota" per carota, "bbiola" per viola, "mallone", "polpe", "manopra"... perché per te non sono errori da correggere ma un gioco buffo e liberatorio che scardina tutte le regole che hai imparato con tanta fatica e ti mette tanto di buon umore. E mentre impari questa nuova, magica, anarchica lingua pensi anche che se non la correggerai non imparerà mai a parlare bene l'italiano. E invece ti stupirà di nuovo. Con un misto di rammarico e orgoglio la sentirai pronunciare correttamente "marrone", "volpe", "manovra" e si avventurerà nell'uso del congiuntivo... e il gioco continua...

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    1. Che poi perché una bimba di 4 anni dovrebbe usare la parola "manovra"? :)))

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    2. Da quando mi ha chiesto perché con la macchina andavo indietro e non avanti: "Mamma sta facendo manovra!" Semplice no?!

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    3. Ah ok! Per un attimo avevo pensato che fosse solita parlare di "manovre finanziarie" ahahah!

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    4. Ahahahah! Per fortuna ancora no!

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  2. e poi ti ritrovi anni dopo a ridere ancora con gli amici dei suoi primi approcci linguistici, ripetendo insieme mi passi la bottigli di lullu (acqua), carina la tua borsa tn tn (gialla) e nugni (verde)..

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  3. ciao Beatrice le tue foto sono veramente stupende complimenti!
    sono felice che ti sia unita ai miei lettori..passa a trovarmi quando vuoi..anche io continuerò a seguirti con interesse
    ti lascio la mia pagina fb per rimanere sempre aggiornata
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    1. giorgia grazie! restiamo in contatto allora! e ora ti seguo fu fb! bacio!

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